DSA incontra le aziende partner: intervista a Eugenio D’Ursi, Automate

IDA, THE VOICE OF DSA – WEB ARTICLES

Luca Lisci: Eugenio, potresti raccontarci di te, concentrandoti sul tuo background professionale e sull’azienda che rappresenti, ma senza entrare nei dettagli di una biografia completa? Qual è il contesto attuale e chi è il professionista che abbiamo di fronte?

Eugenio D’Ursi: Certamente, Luca. Il mio percorso ha radici accademiche, con lauree in Ingegneria Informatica e Gestionale. La passione per l’automazione mi ha visto trasportare la logica informatica in un ambito dove la priorità era far funzionare le cose. L’azienda è cresciuta, e con essa la necessità di sviluppare nuove competenze gestionali, un bisogno che mi ha portato a conseguire un EMBA alla LUISS. Da un nucleo iniziale di cinque persone, siamo espansi ed oggi contiamo più di 50 professionisti, segnando un’evoluzione significativa. La passione per l’innovazione mi ha spinto verso un dottorato in innovazione tecnologica, che intraprenderò a breve.

Il settore in cui operiamo richiede una vigilanza costante; è cruciale individuare e seguire il megatrend più in linea con le nostre competenze. Non siamo una multinazionale, ma questo ci consente di selezionare accuratamente le direzioni che calzano bene con le nostre abilità e su cui possiamo concentrare investimenti. Ci piace esplorare, osservare e immergerci in nuovi territori. Proprio questa curiosità ci ha guidati verso il campo emergente della decision science e dell’intelligenza artificiale applicata all’industria, un territorio relativamente inesplorato per noi.

Stiamo abbracciando con entusiasmo questa transizione, che consideriamo essenziale per rimanere competitivi e puntare all’eccellenza nel nostro ambito.

Luca Lisci: Potresti spiegarci in termini chiari il ruolo di Automate nel mercato attuale? Considerando l’importanza dei trend e delle scelte strategiche che hai menzionato, qual è il focus specifico di Automate in questo scenario?

Eugenio D’Ursi: Automate (https://automatesrl.it/) ha definito la sua strategia diversi anni fa, essere uno ‘skill integrator’, ovvero integrare competenze diverse per diventare la nuova generazione di sistemi integrati. Per “nuova generazione” intendiamo un sistema capace di incorporare vari temi e aspetti del mondo industriale. L’immagine che ci piace dare di Automate è quella di un pettine con una base solida che coordina e sincronizza i denti, rappresentanti le soluzioni specifiche e le varie tecnologie o conoscenze che al momento non sono nel nostro portafoglio ma che stiamo integrando.

Anche se la Decision Science non era una delle nostre competenze originarie, il concetto di dotare gli impianti di una capacità decisionale autonoma e intelligente è sempre stato intrinseco nell’automazione. Stiamo evolvendo gli algoritmi esistenti all’interno di processi molto codificati, quindi, in un certo senso, stiamo proseguendo lungo la traiettoria che avevamo immaginato. Automate si posiziona quindi come quel pettine, tenendo insieme diverse tecnologie e aspetti del settore industriale.

Luca Lisci: Quali tendenze emergenti vedi come rilevanti nel breve termine, soprattutto considerando il ritmo accelerato dell’innovazione?

Eugenio D’Ursi: La nostra attenzione è sui processi produttivi, soprattutto nella mass production, che deve gestire grandi quantità di prodotti con una vasta gamma di variabili in tempi brevi e con scadenze rigorose. Il ciclo di vita dei prodotti si è accorciato, e per tenerne il passo, è fondamentale migliorare i processi decisionali interni. Questo si ottiene integrando intelligenza artificiale e machine learning per rendere i processi più autonomi e snelli. Tecnologie come l’IoT giocano un ruolo chiave, fornendo connettività e aggiornamenti senza interrompere la produzione.

Per ottimizzare questi sistemi, abbiamo bisogno di un maggior flusso di informazioni, che può essere fornito dai macchinari esistenti o aggiunto senza fermare la produzione. L’Internet of Things ci aiuta qui, permettendo l’introduzione di tecnologia wireless e una connettività estesa. Stiamo anche iniziando a vedere nel settore industriale la collaborazione tra sistemi autonomi per eseguire compiti più complessi, aumentando l’efficienza generale. Con la gestione di grandi quantità di dati, è essenziale integrare concetti come il big data e l’analisi avanzata per rendere utilizzabili queste informazioni.

Edge computing sta diventando importante per trattare la massa di dati generata vicino alle macchine, mantenendo la qualità delle informazioni. Inoltre, la sicurezza cibernetica diventa cruciale con l’uso di reti Ethernet industriali. E non dimentichiamo la blockchain, che entra in gioco negli ambienti regolamentati. In sostanza, la gestione e il trattamento dei dati sono fondamentali per restare competitivi.

In conclusione, nel contesto dell’industria 5.0, le decisioni devono essere prese con una visione a lungo termine e orientate alla sostenibilità, sia in termini produttivi sia energetici, con una considerazione etica del processo produttivo. Questo è un imperativo piacevole ma che complica la gestione dei processi produttivi.

Luca Lisci: Diciamo che le sfide sono onnipresenti e per una realtà dinamica come Automate, questo, ne sono certo, rappresenta un potente stimolo per voi. Sono molto curioso riguardo la vita quotidiana nella vostra azienda, considerando l’innovazione come motore di significato e opportunità. Potresti condividere un aspetto del vostro lavoro quotidiano che trovi particolarmente degno di nota?

Eugenio D’Ursi: Certamente. Innanzitutto, concordo con te sull’idea che l’innovazione è “tanta roba”, un’espressione che racchiude perfettamente il concetto di innovazione, che, per inciso, può essere costosa. Perciò, è fondamentale non sprecare risorse inutilmente, soprattutto in una PMI dove non si dispone di un dipartimento dedicato agli investimenti mirati. Per distinguerci in un settore competitivo e complesso come quello dell’automazione, dobbiamo essere innovativi. Ti racconto un episodio che considero tra i più significativi nella storia di Automate. La nostra expertise nel campo dell’automazione logistica aeroportuale e smistamento bagagli è emersa da una casualità. Durante una riunione per affrontare i problemi di smistamento bagagli di un importante aeroporto, ci siamo trovati davanti a una sfida significativa.

I problemi? Bagagli persi, ritardi dei voli, passeggeri insoddisfatti e di conseguenza un danno economico e reputazionale. Parliamo di sistemi che tecnologicamente sono semplici, e le soluzioni proposte erano tutte orientate a un massiccio intervento hardware. La nostra proposta, invece, semplice ma innovativa, inizialmente ha suscitato ilarità. Ma qual era la nostra proposta?

Suggerivamo di non modificare l’hardware esistente, ma di intervenire sul software, rallentando i processi anziché accellerarli, rendendo i flussi di bagagli più robusti e controllati. E la carta vincente? Implementare la soluzione durante le ore notturne, dalle 23:00 alle 04:00, quando l’aeroporto non opera, evitando così fermi produttivi.

La nostra iniziativa ha ricevuto fiducia, ci è stata data l’opportunità di dimostrarne il valore e, con successo, abbiamo mostrato che non solo il nostro sistema funziona ma ha anche migliorato significativamente il controllo dei flussi, riducendo le percentuali di voli disgiunti dal 27% al 4%. Naturalmente, il software da solo non fa miracoli, ma ha avuto un ruolo cruciale. Inoltre, abbiamo ottimizzato il consumo energetico lavorando sui parametri giusti. Automate si distingue per la sua competenza tecnica e l’affidabilità: quando promettiamo qualcosa, la realizziamo a tutti i costi.

Luca Lisci: Questo episodio che hai condiviso è molto illuminante. Ciò che vedo non è solo eccellenza ingegneristica e informatica, ma anche una certa astuzia proattiva. Intendo la capacità di identificare i limiti di un business e superarli non solo con forza bruta, ma con un approccio sagace, mirato al risultato piuttosto che ai mezzi utilizzati. È davvero impressionante e parla di una generazione di innovatori particolarmente distintiva.

Credo che stiamo assistendo anche a un cambiamento culturale riguardo l’innovazione in Italia e, più ampiamente, a livello internazionale. Abbiamo raggiunto questo punto attraverso un percorso complesso, quasi isterico, verso l’innovazione, come se fosse più un’onda travolgente che una disciplina scientifica. Tuttavia, penso che sia cruciale moderare il nostro entusiasmo, prendere una pausa e considerare l’innovazione non solo come un mercato ma come una nuova condizione economica da cui nessuno è escluso.

Eugenio D’Ursi: Concordo. L’innovazione deve essere radicata nella cultura tecnologica e nella comprensione del mercato. Invece di seguire ciecamente una “idea di pancia”, è essenziale che l’innovazione diventi un processo studiato e consapevole. È fondamentale capire il settore in cui si opera e i trend tecnologici più adatti per innovare in modo efficace.

Bisogna imparare rapidamente dal mercato e dagli errori passati. Questo approccio, che si applica tanto negli impianti industriali quanto nella gestione aziendale quotidiana, implica un ciclo continuo di pianificazione, esecuzione, verifica e aggiustamento, per poter affinare la strategia e garantire il successo a lungo termine.

Luca Lisci: Questo manuale è davvero un’opera di qualità, devo dire. Ho una riflessione che rischia di diventare banale col tempo, e proprio per questo voglio cercare di formularla in modo che non suoni retorica. Qual’è il ruolo che vedi per l’intelligenza artificiale, nei prossimi anni considerandola in tutte le sue sfaccettature, dalla scienza delle decisioni al machine learning? Come cambierà la percezione di queste tecnologie tra i vostri clienti e i team di business nei mesi a venire? Prevedi un’adozione su larga scala?

Eugenio D’Ursi: L’intelligenza artificiale è sicuramente un’opportunità nel mondo produttivo ma è anche vista come una possibile minaccia per la perdita di know-how e posti di lavoro. È per questo che l’Explainable AI (XAI) sta guadagnando attenzione, perché le soluzioni AI devono essere comprensibili. Le interfacce uomo-macchina devono essere chiare affinché chi utilizza queste tecnologie possa adottarle facilmente. L’obiettivo è che i nostri algoritmi prendano decisioni in maniera autonoma, ma il più vicino possibile al modo in cui un operatore umano avrebbe agito.

Questo richiede un cambio di prospettiva culturale. Dobbiamo migliorare come rappresentiamo le decisioni prese per renderle più trasparenti e poi, sì, dobbiamo iniziare ad adottare soluzioni tecnologiche come l’intelligenza artificiale e il machine learning per l’ottimizzazione continua e l’analisi significativa dei processi. Tecnologie come la realtà aumentata e la blockchain diventeranno presto strumenti diffusi. Il nostro compito è semplificare le fonti di dati eterogenee per rendere gli algoritmi più accessibili e necessitiamo di professionisti capaci di comprendere il contesto specifico in cui l’AI sarà applicata.

Immagino che noi, come system integrator, dovremo evolvere il nostro approccio per essere più di un semplice fornitore di prodotti, ma un partner tecnologico a lungo termine. Oggi si parla di automazione end-to-end, che segue il ciclo di vita di un prodotto o di un impianto dall’inizio alla fine, offrendo soluzioni software che si evolvono insieme all’ambiente operativo. Questo permetterà anche di distribuire i costi degli interventi, spesso significativi, necessari per introdurre algoritmi decisionali. È un processo che richiede tempo e un cambio di approccio per una visione più olistica di tutto il processo industriale.

Luca Lisci: Eugenio, ti sono estremamente grato per questa conversazione così stimolante. Prima di concludere, vorrei chiederti un favore particolare. In qualità di partner aziendale e innovatore, ti inviterei a esprimere i tuoi auguri e speranze per la Decision Science Alliance. Cosa può rappresentare la DSA per il futuro delle imprese e quali richieste o attese hai nei confronti della DSA? In che modo pensi che possiamo, come Alliance, amplificare la nostra missione per promuovere e applicare la scienza delle decisioni nel mondo aziendale?

Eugenio D’Ursi: La DSA è un’iniziativa eccezionale, e desidero innanzitutto congratularmi per questo. Penso che l’azione più concreta per un’associazione sia proprio “associare” – coinvolgere attivamente i partner e organizzare eventi collaborativi, come quello recente o il prossimo a Valencia. Ma l’essenziale è iniziare dalle esigenze espresse dai partner, dalle imprese che collaborano. L’istituzione di tavole rotonde su temi specifici, proposti magari da un partner come Automate, dove diverse voci e idee possono convergere e scambiarsi contributi, potrebbe essere una strategia efficace per la DSA.

La DSA potrebbe fungere da ‘biblioteca’ dell’intelligenza artificiale e della scienza delle decisioni. Partecipando alla DSA, mi aspetto di accedere a un vasto catalogo di risorse e opportunità per arricchire e espandere le nostre conoscenze e capacità. In un’era in cui si parla tanto di AI generativa, avere un punto di riferimento chiaro e affidabile è fondamentale; altrimenti, ci troveremmo ad aggirarci in un mare vasto e confuso come quello del web senza sapere dove approdare.

Luca Lisci: Eugenio, ti ringrazio sinceramente per il tempo dedicato a noi oggi. Sono certo che il nostro pubblico trarrà grande ispirazione e interesse da questa nostra discussione. Un ringraziamento formale va a Automate per aver inaugurato questa splendida collaborazione con l’associazione. Non vediamo l’ora di esplorare gli spunti che hai offerto e di proseguire la nostra discussione su altre piattaforme.

Eugenio D’Ursi: Grazie anche a voi, è stato un piacere partecipare.